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Valore dell’oro nel tempo

Un'analisi dettagliata delle fluttuazioni del valore dell'oro nel corso dei millenni.

Valore dell’oro nel tempo

Un'analisi dettagliata delle fluttuazioni del valore dell'oro nel corso dei millenni.

Attualmente, l’oro è universalmente considerato uno tra i metalli più preziosi, sia come materia prima, per forgiare gioielli, monili e oggetti, sia come bene fisico da detenere come capitale o da scambiare sui mercati.

Raccontare la storia di questo metallo prezioso è fondamentale. Per cosa? Per quantificare in maniera corretta il suo attuale valore e comprendere i motivi delle sue fluttuazioni nel tempo, in termini di fixing.

La storia del prezzo del metallo giallo affonda le sue radici in epoche antichissime. Come scopriremo nel corso dei prossimi paragrafi, l’oro, è stato uno dei primi metodi di pagamento ed era già utilizzato quando il commercio si basava unicamente sul baratto.

Oggi, in qualità di bene rifugio, moltissime persone scelgono di convertire in oro dei capitali liquidi al fine di preservarne il valore.

La storia ci insegna che il valore dell’oro ha superato indenne:

·     ere (è stato scoperto per la prima volta 6000 anni fa dalle popolazioni mesopotamiche. Da allora non ha mai smesso di essere considerato un metallo prezioso, di grande valore);

  • evoluzione;
  • guerre;
  • crisi di tutti i tipi;
  • fenomeni quali inflazione, deflazione, svalutazione.

Potremmo riassumere tutto ciò in un unico aggettivo da significato preciso importante. L’oro è resiliente!

 

L’oro: un prezioso dono della Terra

L’oro è un minerale. Significa che è una materia prima presente nel terreno ed estraibile. Sulla tavola periodica è identificato con la sigla “Au”, con numero atomico 79.

Come dicevamo, l’oro è presente nel terreno e fu scoperto circa 6.000 anni fa, quindi intorno al 4000 a.C, probabilmente dalle popolazioni della Mesopotamia.

Il colore giallo, il brillio di questo minerale al sole, ha fatto scattare nelle persone l’intuizione di essere di fronte a un dono prezioso. Un regalo da parte della Madre Terra, investito da un’aura che profumava di divino. Non a caso, molti popoli (soprattutto gli Egizi) conferivano all’oro anche un significato e un valore religioso.

Fin dall’antichità, la bellezza dell’oro ha stimolato la gente ad utilizzarlo come materia prima decorativa. L’oro si può trovare in natura sotto forma di pepite, ghiaia o polvere.

Le pepite si presentano come sassi irregolari più o meno grandi. La ghiaia e la polvere d’oro altro non sono che il prodotto della frantumazione delle pepite più grosse.

Gli antichi greci, per primi, hanno iniziato a lavorare le pepite e la polvere d’oro. Utilizzavano questa materia prima per forgiare gioielli e oggetti decorativi.

In effetti, i greci furono i primi a comprendere il grande potenziale dell’oro e ad attribuire a questo metallo splendido e splendente un valore monetario.

Infatti, oltre ad utilizzarlo per realizzare manufatti e decorare oggetti, abiti e accessori, cominciarono ad utilizzarlo come bene di scambio. Nella fattispecie, i greci usavano scambiare creazioni in oro per ottenere in cambio altre merci (materie prime, tessuti, cibo).

Furono loro, infatti, a realizzare le prime monete d’oro, lavorando le pepite e compattando i frammenti in dischi piatti e tondeggianti.

I romani, invece, furono i primi a identificare l’oro come moneta pagante. A differenza dei greci non fabbricavano gioielli. Scambiavano l’oro in forma di pepita o polvere. Il loro valore variava in base al peso. I “sacchetti d’oro” erano una vera e propria unità di valuta per ottenere in cambio altri beni.

Sebbene greci e romani siano stati i primi a commerciare avvalendosi dell’oro come bene di scambio, per gli egizi l’oro era soprattutto una materia prima da accumulare e conservare.

I faraoni, per esempio, erano spesso ricoperti d’oro. Indossavano monili, gioielli, avevano tuniche decorate con oro. Spesso la polvere d’oro veniva mescolata ad argilla e terra per creare belletti con cui si coloravano e truccavano viso, collo e mani.

Nelle piramidi si accumulava l’oro che, insieme ad altri beni, costituiva il simbolo della ricchezza e potenza del faraone e ne decretava l’importanza rispetto ad altri membri della società.

Gli egizi, quindi, sono stati i primi a utilizzare l’oro come “bene rifugio”. Ossia come capitale da conservare e non necessariamente da utilizzare per ottenere in cambio altro.

Non a caso furono anche i primi a creare delle miniere d’oro artificiali. Cos’erano? Caverne, o comunque luoghi nascosti e difficilissimi da raggiungere, dove accumulavano tutto l’oro (e altri minerali preziosi, gemme, oggetti, riserve) che trovavano ed estraevano.

Attività molto diffusa tra gli egizi era il “Prestito di Stato”: azione che prevedeva di mobilitare anche ingenti quantità di oro. Si trattava di vere e proprie operazioni finanziarie che comportavano ampi guadagni per i faraoni che le autorizzavano.

I Sumeri sono stati i primi a fissare un valore standard in oro e argento per ogni singolo bene. Possiamo dire, quindi, che la popolazione sumera è quella che ha inventato ciò che tutt’oggi chiamiamo “prezzo”.

I Lidi, infine, inventarono la moneta. Ossia il pezzetto d’oro con sopra il sigillo del Re che aveva un valore specifico.

Nel 550 a.C. fu Re Creso a coniare le primissime monete d’oro. Che poi, a mano a mano, iniziarono a circolare nel mondo.

Naturalmente, chi si occupava di scavare alla ricerca d’oro erano gli schiavi, i quali erano anche adibiti al trasporto. Cercare l’oro ed estrarlo dal terreno era un lavoro estremamente duro e faticoso. Le pepite erano spesso seppellite sotto enormi strati di terreno, sassi e ghiaia.

L’oro era presente anche nei pressi dei letti dei fiumi, soprattutto in forma di frammenti e pagliuzze, quindi era necessario creare dighe, distruggere scogli e scavare in profondità per arrivare ai giacimenti aurei. Le pepite più grosse, invece, si trovavano ai piedi dei monti.

 

Il cercatore d’oro diventa una vera e propria professione

Nel Medioevo l’oro è ormai considerato un bene di scambio. Una valuta preziosa grazie alla quale poter commerciare e ottenere in cambio altra merce.

Tutte le popolazioni medievali, ormai, utilizzano l’oro come denaro. Questo ha dato vita a quella che è la più antica, tutt’oggi valida, legge di mercato: domanda/offerta.

Infatti, più i popoli utilizzavano l’oro per i commerci e più questo minerale era ricercato e ambito. Di fatto, però, più oro veniva estratto dalle cave e dal terreno e meno facile era trovarne altro in Natura.

Da questo momento in poi possiamo affermare che la curva del valore dell’oro si è impennata. Ha cominciato ad avere un influsso e un peso importantissimo sui mercati.

Sempre durante il Medioevo si è smesso, progressivamente, di scambiare oro in forma minerale (pepite, sacchetti). Ed è iniziata la pratica della coniatura delle monete.

Su questo argomento è d’obbligo soffermarsi un attimo. Perché nel tardo Medioevo (attorno al 1400) si colloca una fase cruciale, non solo legata al valore dell’oro, ma anche ai sistemi di pagamento.

Infatti, nascono le prime monete dal valore standardizzato.

Cosa vuol dire? Che non si pagava più scambiando oro in modo soggettivo, come ad esempio:

  • cedere una pepita per una certa quantità di grano;
  • scambiare due sacchetti di frammenti d’oro per un rotolo di tessuto;
  • acquistare un campo o un terreno dando in cambio una certa quantità di pepite d’oro.

Si cominciava a ragionare non “a peso”, “a sacchetto”, “a pepita” ma in numero di monete d’oro. Anche i prezzi, quindi, iniziavano a essere esposti in valuta.

Un altro cambiamento importante fu il fatto che le monete d’oro non erano più utilizzate solo all’interno di comunità, villaggi o popolazioni, ma hanno iniziato ad avere un valore standard internazionale.

Ad esempio:

  • prima del 1400 il valore del “sacchetto d’oro” era convenzionale solo all’interno di una specifica popolazione;
  • dopo il 1400 una singola moneta aveva uguale valore in tutto il mondo.

Tale concetto si rafforzò maggiormente a partire dal 1500 con l’avvento dei grandi navigatori e dell’esportazione dell’oro anche in America.

Ed è proprio in America che nacquero i primi “liberi professionisti” dell’oro: i cercatori.

 

Chi erano i cercatori d’oro?

Come abbiamo raccontato prima, i lavoratori adibiti alla ricerca e all’estrazione dell’oro, erano tendenzialmente schiavi. Gli americani, invece, iniziarono a cercare autonomamente oro e altre tipologie di metallo prezioso (argento, rame). Divennero, di fatto, pionieri di una nuova professione estremamente remunerativa.

I cercatori d’oro partivano in solitaria o in piccoli gruppi. Andavano a setacciare zone difficili da raggiungere, pericolose e impervie alla ricerca di giacimenti. L’oro raccolto veniva, naturalmente, ceduto ai potenti in cambio di terreni.

Non solo! A volte, carichi d’oro importanti venivano barattati con “un mantenimento a vita” presso dimore lussuose. Oppure con incarichi di elevatissima importanza che garantivano al pioniere la sistemazione per sé e la sua famiglia per il resto dei loro giorni.

Possiamo quindi dire che, già a quei tempi, c’era chi era interessato ad acquistare oro e chi a detenerlo per investire in oro. Questo perché più oro un pioniere riusciva ad avere e maggiori erano i privilegi che poteva chiedere in cambio.

Andamento del valore dell’oro dal 4000 a.C. ad oggi

Adesso che abbiamo raccontato l’antica storia dell’oro vediamo come il suo valore è cambiato nel tempo e come si è stabilizzato attualmente.

  • Nel 4000 a.C. è stato scoperto l’oro e il suo valore era altissimo in quanto diventò subito un minerale molto ambito da tutti, sia per utilizzarlo come materia prima da lavorazione, sia per scambiarlo con altri beni.
  • Dal 4000 a.C. all’anno 1000 il valore dell’oro è stato molto soggettivo. Ogni popolazione dava un valore diverso al pezzo d'oro a seconda della trattativa e della commercializzazione in corso.
  • A partire dal 1400 circa, si cominciarono a coniare monete d’oro dal valore standard riconosciuto a livello internazionale.
  • Nel 1500 circa, l’oro conobbe un momento di picco, ossia di altissimo valore. Questo ne fece aumentare la domanda. Tant’è che, all’arrivo dell’oro in America, alcuni pionieri decisero di partire di loro iniziativa alla ricerca di oro. Questo perché sapevano che portare oro ai potenti avrebbe fruttato loro moltissimo.
  • Dopo questo picco altissimo, però, l’oro subì il primo crollo della storia. Avvenne quando, tra il 1600 e il 1700, furono scoperti enormi giacimenti di oro in Brasile.

L’espansione mondiale, sia in termini geopolitici che commerciali, riuscì a contrastare il crollo del valore dell’oro. Questo anche perché California e Australia iniziarono a richiederne moltissimo.

Ciò andò a depauperare le riserve e rilanciò il valore del metallo prezioso che, dopo un breve periodo di crisi, riuscì a risollevarsi e a ritrovare una stabilità mantenuta, come vedremo a breve, fino ai giorni nostri.

Dal 1700 al 1816, prima dell’epoca del Gold Standard, ci fu la progressiva conversione di monete d’oro in banconote (cartamoneta), più semplici da produrre e, soprattutto, non composte di oro (che scarseggiava di nuovo).

La prima Banca a inserirsi in questo nuovo circuito fu la Banca di Inghilterra, seguita poi da Germania, Francia, Austria, Olanda e via via il resto del mondo, fino a conquistare la banca americana e la Federal Reserve.

Il Gold Standard

Il periodo del Gold Standard inizia nel 1816. Consiste nella volontà dell’Inghilterra di pagare ogni banconota emessa con una determinata somma d’oro da depositare nella banca di produzione.

Perché si arrivò a questo?

Perché a inizio ‘800 le banche rischiarono la bancarotta in quanto venivano emesse banconote in quantità esagerata rispetto alla riserva di oro delle stesse. L’Inghilterra decise, quindi, di inventare un nuovo sistema. Con l’intento di regolarizzare la coniazione di moneta e trovare un nuovo assetto finanziario all’interno dei singoli stati.

Il valore del denaro era unicamente basato su quello dell’oro, il quale circolava liberamente e veniva venduto e acquistato senza restrizioni.

Ciò permetteva di applicare dei tassi di interesse e dei prezzi fissi. Questa strategia manteneva i mercati internazionali stabili.

Il Gold Standard riuscì a funzionare piuttosto bene fino al 1971. In quel momento l’oro era quotato a 35 dollari l’oncia (ot).

 

Dal Gold Standard al Sistema Bretton Woods

Nel 1971 gli Stati Uniti posero fine, in maniera unilaterale, al Gold Standard. La decisione di far crollare il Gold Standard maturò durante la Seconda Guerra Mondiale, in occasione della Bretton Woods Conference del 1944.

Era necessario trovare un altro assetto finanziario mondiale. Questo perché quello incentrato sul valore dell’oro non poteva più garantire stabilità e bisognava porre il dollaro come fulcro del sistema finanziario mondiale.

Quindi, non si settavano più tassi sul valore dell’oro, ma sul valore del dollaro. L’oro diventò un bene di scambio da poter acquistare pagandolo 35 dollari l’oncia. Per fare una conversione ai giorni nostri (e farci un’idea) questo valore oro/euro sarebbe di 37,11 euro a oncia.

 

Quotazioni dell’oro dal Bank Charter Act ad oggi

  • 1834: gli USA appoggiarono l’oro con la propria moneta per un valore di 20,67 $/ot, ma questo dato è da considerarsi ufficiale a partire dal 1900 quando fu approvato il Gold Standard Act;
  • 1844 la legge Bank Charter Act decretò che il costo/valore di ogni banconota emessa dalla Banca d’Inghilterra fosse sostenuto unicamente in oro;
  • nel periodo del Gold Standard (1790/1970) il valore dell’oro oscillò tra i 20$/ot e i 30$/ot attestandosi sui 35$/ot nel 1971 quando gli USA sciolsero gli accordi e inserirono il Sistema Bretton Woods;
  • tutto il decennio degli anni ’70 fu rappresentato da un’impennata per quanto riguarda il valore dell’oro, che arrivò, in alcuni momenti, a toccare il prezzo di 106$/ot;
  • il massimo storico dell’oro si toccò nel 1980 quando raggiunse il prezzo di 850$/ot a causa dell’inflazione, del rialzo del prezzo del petrolio e delle tensioni tra Unione Sovietica e Afghanistan;
  • nel decennio 1980/1990 il prezzo dell’oro scese a 410$/ot e si stabilizzò poi a 288$/ot.
  • A partire proprio dagli anni a cavallo tra 1999 e i primi 2000 l’oro è stato rivalutato come bene rifugio.

Perché?

A seguito delle fluttuazioni che abbiamo visto, i prezzi dell’oro sono rimasti più o meno gli stessi, quindi il suo valore si è stabilizzato.

Parliamo sia di oro 18 carati (utilizzato soprattutto nelle industrie e nelle gioiellerie) sia del 24 carati (quello puro al 99,9% ossia quello da investimento).

Il valore dell’oro è rimasto piuttosto stabile anche nei periodi più complicati del nostro scenario politico ed economico negli ultimi 20 anni.

Pensiamo ad eventi come:

  • 11 settembre;
  • l’invasione dell’Iraq (2003);
  • grande crisi del 2008.

Nemmeno questi eventi che hanno scosso il mondo (e, di conseguenza, anche gli assetti politico-economici e finanziari) sono riusciti a minare la resilienza e la credibilità dell’oro come prodotto da investimento sicuro.

Negli ultimi anni e ad oggi, all’inizio del 2024, con ancora la guerra Russia-Ucraina in atto e il conflitto tra Israele e Gaza in pieno svolgimento, il prezzo/valore dell’oro è assestato sui (circa) 60 euro al grammo.

Ci sono e ci saranno, ovviamente, variazioni giornaliere. Tuttavia, sul lungo periodo, è storicamente riconosciuto che, chi investe in oro fisico a lungo termine, al netto delle fluttuazioni, conserverà il capitale investito.

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