Trump e i mercati: quali sono le vere intenzioni del Presidente USA?
Dal debito americano ai dazi, passando per la strategia sull’oro: cosa potrebbe accadere all’economia globale con il ritorno di Trump alla Casa Bianca?
Inutile negarlo: il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha fatto tremare il mondo.
In primis, per le decisioni che il presidente potrebbe prendere in merito alle delicate situazioni belliche in corso, come il conflitto tra Russia e Ucraina e quello in Medioriente.
In secondo luogo, ma non meno importante, per le scelte che Trump potrebbe compiere in ambito economico e che potrebbero ribaltare le sorti finanziarie dell’intero pianeta.
Il risultato? Una situazione di instabilità ed incertezza sempre più pressante, soprattutto per i mercati azionari e i prodotti da investimento.
Inutile dire che, qualunque siano le politiche che deciderà di adottare il rieletto presidente americano, non favoriranno la ripresa… quantomeno non quella degli Stati appartenenti agli USA.
Di fronte a questa continua precarietà socio-economica, sembra resti solo una certezza: l’oro. Il prezzo del metallo giallo, infatti, continua ad aumentare, così come il suo “coefficiente di sicurezza”. Ecco spiegato il motivo per cui la gran parte degli investitori sta acquistando massicce quantità di oro e le sta trasferendo a New York, non ancora sottoposta ai dazi sulle materie prime.
USA: com’è la situazione
Dal punto di vista politico, gli Stati Uniti stanno attraversando una fase particolarmente delicata.
Certo, è inconfutabile il fatto che Trump si sia guadagnato il consenso del 49,8 % degli americani e sia così diventato presidente, affiancato dall’innovatore tecnologico e tra i leader nel settore dell'intelligenza artificiale Elon Musk. Eppure, in molti non hanno accolto positivamente il suo ritorno alla guida del Paese.
Un segnale significativo di questa incertezza è proprio il ribasso delle azioni Tesla all'inizio del 2025. La presenza sempre più “ingombrante” di Musk e dell’IA, infatti, sembra non giocare a favore del presidente americano.
Un presidente che, già di per sé, deve affrontare critiche e contestazioni al suo modus operandi. Questo perché le politiche “audaci” di Trump risultano essere spesso eccessive e poco diplomatiche, talvolta addirittura controverse. Basti pensare al suo stile comunicativo e ai suoi frequenti attacchi ad avversari politici potenzialmente pericolosi, pronti a rispondere con altrettanta determinazione. Una situazione che potrebbe avere ripercussioni su scala globale, coinvolgendo anche l’Italia.
Un altro importane dato da considerare è che, ad oggi, gli USA hanno a debito 36.000 miliardi di dollari che crescono a un tasso del 4%. Insomma, un quadro politico-economico decisamente instabile e preoccupante.
Ma, in questo contesto apparentemente precario e incerto, Trump ha una strategia?
Trump vuole boicottare i mercati?
Sembra che Donald Trump abbia deliberatamente intenzione di boicottare i mercati azionari.
Perché? Proprio a causa del debito USA.
Tale debito, che -come citato prima- ammonta a 36.000 miliardi di dollari, è stato accumulato quando i tassi erano pressoché nulli e viaggiavano tra lo 0,25% e lo 0,50%. Ad oggi, questi stessi tassi sono saliti a più del 4%, causando un aumento del debito USA repentino ed esponenziale.
Qual è l’unica mossa logica e strategica in grado di far scendere i tassi e costringere la Fed (Banca centrale degli Stati Uniti) ad abbassarli? Far crollare i mercati azionari.
In effetti è esattamente quello che sta accadendo:
- l’indice SP500, ossia la capitalizzazione delle aziende USA, sta registrando, dal 3 aprile 2025, un crollo attestato attorno al -10%;
- nello stesso periodo, parallelamente, i BTP, ossia i titoli di stato americani, stanno registrando una crescita del +10%.
Alcuni esperti di finanza insinuano che il crollo dei mercati sia voluto da Trump per far sì che l’economia rallenti e, di conseguenza, gli interessi scendano così da frenare anche la crescita del debito americano.
Ma qualcosa non sta andando per il verso giusto
Tuttavia, nell’ipotetico piano di Trump potrebbe esserci una falla, rappresentata proprio da quel +10% sopra descritto.
Infatti, quando i mercati crollano, ma i Treasury (ovvero i titoli di Stato emessi dal governo federale degli Stati Uniti per finanziare il debito pubblico) rimangono stabili o salgono, i tassi potrebbero non abbassarsi.
I dazi che Trump ha imposto (e afferma di voler continuare a imporre) servono anche a questo: raffreddare l’economia USA incrementando l’inflazione, per mettere in moto il meccanismo abbassa-tassi.
Quali sono i pericoli di questa manovra?
La “presunta” mossa di Trump comporta una serie di rischi significativi, tra cui il pericolo di frenare eccessivamente l’economia americana, causando una recessione o, nel peggiore dei casi, il default.
Qualora invece la manovra avesse risvolti positivi si verificherebbe un rallentamento dell’economia, e quindi un conseguente abbassamento dei tassi.
In ogni caso, sembra che il presidente si sia reso conto della pericolosità della situazione e, proprio per questo, pare che la politica sui dazi verrà rivista.
Non resta quindi che attendere i prossimi mesi per capire le reali intenzioni di Trump e i risvolti sul piano economico (e non solo). In ogni caso, ora più che mai, gli esperti di politica e finanza sono pronti a captare ogni segnale, per poter correre ai ripari… prima che sia troppo tardi.